Aggiornamento Screener 8-08

11 agosto 2008

Ferro Azzurro Screener 8-8 xls

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05 agosto 2008

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02 agosto 2008

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Commento.

Mi è stato chiesto gentilmente se potevo fare un commento su Safilo, ma in questo momento particolare del mercato il discorso vale anche per altre azioni come Biesse, Piaggio ecc.
Safilo ha recentemente presentato la semestrale, che al mercato non è evidentemente piaciuta, salassando ulteriormente i prezzi, Il fatturato è sceso del 5%, l'Ebit è caduto di un 20% certo numeri non positivi, ma a questi prezzi (capitalizzazione ormai di 200 mln) mi sembra un tantino esagerato vedere un p/e a 7, un EBIT/EV al 15%, un prezzo/mezzi propri esageratamente a 0,35, considerata poi la situazione debitoria non troppo eccessiva .Resta il fatto che il fondo sembra non arrivare mai, evidentemente il mercato sconta qualcosa che noi umani non possiamo nemmeno immaginare...

A questo proposito vi consiglio questo bellissimo commento di Nicola Ricolfi che riassume in maniera splendida la situazione recente, notando soprattutto la profonda vena sarcastica del discorso.

In Giugno si e’ celebrato un decennale piuttosto deprimente: l’indice Mibtel e’ tornato ai livelli di dieci anni fa. Diciamo pure che dovremmo tenere conto dei dividendi: ne uscirebbe un 3% circa all’anno, ritorno magrolino considerati i rischi. E poi si tratterebbe di un ritorno nominale: come tutti stanno riscoprendo in questo piacevole periodo, esiste l’inflazione: mettiamo quindi pure tutto insieme, la conclusione e’ che un investimento medio in azioni Italiane nell’ultimo decennio ha prodotto un ritorno reale negativo. Irrilevanza della Borsa Italiana? Mica tanto: l’indice S&P500 ha prodotto un ritorno assoluto (pre-dividendi) pari a zero in 9 anni ormai, ed in dollari (lasciamo stare in Euro). Dobbiamo capirne qualcosa? Secondo noi due cose.La prima e’ la conferma di una cosa nota a chiunque sia intellettualmente onesto: la supremazia delle azioni e’ assodata solo superiodi talmente lunghi da essere irrilevanti per la stragrande maggioranza degli investitori (la strapiccola minoranza e’composta da quelli che guadagnano veramente naturalmente), nemmeno dieci anni sono un periodo sufficientemente esteso peressere sicuri che ne valga la pena. Torna quindi d’attualita’ la vera formulazione del teorema “con le azioni si guadagna di piu’”.La vera formulazione e’ “con le azioni si guadagna di piu’ quando uno le compra a prezzi bassi”, se no puo’ volerci una vita. E sin qui scopriamo l’acqua calda (forse nemmeno tanto in realta’, ma non e’ questo il tema). La seconda cosa e’ forse piu’ attuale, e consiste nella risposta da dare alla domanda: i prezzi oggi sono bassi? Coi numeri si gioca facilmente (e’ un’arte nella quale siamo impegnati un po’ tutti in questo periodo di “discussione” con i clienti della nostra industria), stiamo quindi ai fatti. Una Autogrill per esempio. Nei giorni scorsi ha toccato i livelli del maggio del 1998. Dieci anni e spiccioli per tornare al punto dipartenza. Come e’ cambiata questa societa’ in dieci anni? Facciamola breve e un po’ grossa: l’utile netto contabile tra il 98 ed il 2007 si e’ moltiplicato per cinque. Ora, e’ vero che c’e’ la stagflazione quindi le persone non prendono piu’ l’aereo, non usano piu’ la macchina, quindi non mangiano panini ne’ in aeroporto ne’ in autostrada, pero’ moltiplicare per cinque in dieci anni a noi pare tanto. Non lo diciamo per il caso particolare (in passato non facevamo mai accenni specifici a singoli titoli per non stimolare comportamente imitativi: ora possiamo limitarci perche’ con queste performance e’ meno probabile – eufemismo – che qualcuno sia tentato di imitarci), ma di situazioni genericamente paragonabili a questa ormai ce n’e’ in abbondanza. Secondo noi i prezzi per essere bassi son bassi. Poi lo diventeranno di piu’ perche’ il petrolio, l’inflazione, i tassi, le banche, ok: ma tra diceci anni partendo da oggi secondo noi si fa meglio dei dieci anni scorsi.Rimaniamo quindi prigionieri di quella che ormai parrebbe avere assunto tutte le sembianze di una vera trappola: il nostro istinto di stock pickers, di selezionatori di societa’ sottovalutate ci conduce ad investire, attratti da valutazioni che sempre di piu’, con il calo dei prezzi, ci sembrano basse o molto basse; ma cosi’ facendo forse abbiamo del tutto perso visione d’insieme, e non capiamo che il mondo si sta sfasciando, e cadiamo appunto in questa “trappola del valore”, in cui le singole societa’sembrano trattate a grandi sconti sul loro valore intrinseco mentre in realta’ questo valore sta per sparire travolto da un quadromacro che oggettivamente autorizza le peggiori preoccupazioni. In un clima cosi’ terribile non possiamo naturalmente nascondere la nostra grande ansia ne’ assumere atteggiamenti compiacenti che assomiglierebbero molto ad irresponsabilita’. Pero’dobbiamo continuare a ragionare. La nostra opinione (ormai e’ dura parlare di convinzioni, limitiamoci quindi alle opinioni) e’che si’, i valori sono indiscutibilmente scesi, ma i prezzi sono scesi decisamente di piu’. Non possiamo non riconoscere l’evidenza, e cioe’ che il disastro finanziario dell’ultimo anno abbondante ha dei significativi impatti reali, amplificati dall’inflazione, ma rimaniamo dell’avviso che la questione prettamente finanziaria (ovvero lo smontamento della levafinanziaria, che significa hedge funds in liquidazione, banche che sono obbligate a ripulire i loro libri dall’immondizia, fondi di investimento sommersi da riscatti e forzati a vendere a qualsiasi prezzo) continui ad avere un impatto determinantesull’andamento delle Borse. Storicamente questo di norma ha condotto alla creazione di notevoli opportunita’, ed in fondo e’abbastanza intuitivo che chi oggi contribuisce al disastro uscendo a tutti i costi dai mercati azionari per cedere allo specchiettodei pronti contro termine (l’inflazione nell’area dell’euro e’ gia’ arrivata al 4% e sale: occhio ai rendimenti reali quindi) o peggioancora dei titoli garantito/strutturati (queste si’ che sono delle vere trappole, per chi le compra ovviamente) probabilmente none’ un venditore lucido, e che quindi mettersi dall’altra parte e’ con buona probabilita’ una buona idea (che i riscatti raggiunganoil climax in prossimita’ di livelli interessanti per fare l’opposto non lo diciamo noi). Ma ci vuole tempo, e noi, sinceramente, nonce la sentiamo di dire quanto: certo, siamo sempre piu’ abbattuti e dubbiosi, e questo potrebbe essere un buon segno . Rileviamo intanto che nell’ultimo mese le operazioni di cosiddetto internal dealing (compravendita sui titoli di una società quotata da partedei propri amministratori, sindaci e top managers) su societa’ italiane sono state oltre 300.